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LA PETIZIONE “STOP FINNING…”, HA SUPERATO IL MILIONE DI FIRME DA RAGGIUNGERE ENTRO IL GENNAIO 2022!

E’ La Quota Minima Sufficiente perchè’ il Parlamento Europeo possa rivedere drasticamente e a ribasso le norme che regolano la pesca di SQUALI E RAZZE, specie ormai prossime all’estinzione o fortemente minacciate in tutto il Pianeta.

E’ un passo importante e un successo raggiunto nelle ultime settimane di questo mese, quando quasi si dubitava di ottenere questo primo risultato finalizzato a portare sul tavolo degli uffici competenti europei il problema del finning strettamente connesso alla pesca e commercio di Squali in Europa.

Le immagini che seguono mostrano tutta l’eleganza di un meraviglioso animale, come lo Squalo pinnebianche oceanico nel suo ambiente naturale 

 

e per drammatico contrasto, il crudele e barbaro destino della  fine di più specie tutte meravigliose dopo la disgustosa pratica del finning.

Non ci si può limitare a provare solo orrore e rabbia, ma è necessario mettere ben in evidenza, come l’Europa sia con alcuni suoi paesi ai primi posti per pesca e commercio (Spagna) oltre al consumo di carne di Squalo e Razze (Italia), tanto per citare alcuni significativi esempi, magari anche con sorpresa per molti di noi.

La Spagna occupa addirittura il terzo posto mondiale come fornitore di Pinne di Squalo nei mercati orientali, mentre in Mediterraneo si  “interfaccia” per il rifornimento di materia prima con paesi del Nord Africa, come la Tunisia e il Marocco. Questi paesi, in mare non si fanno certo scrupoli a pescare e praticare il finning di Squali,  anche se di specie vietate, a forte rischio d’estinzione e sotto protezione nelle liste internazionali. In Italia si consumano con facilità tranci di Mako e Verdesca, sia freschi che surgelati;  tutti questi sono prevalentemente importati dall’Atlantico orientale o dall’Oceano Indiano se surgelati (Corea).

La ragione di ciò è semplice : basso costo, niente spine e il tutto per un pronto padella con un pò di Mercurio!

Ma anche Gattucci, Spinaroli, Razze, di solito venduti come freschi, accuratamente spellati, frequentemente di provenienza mediterranea, fanno la loro comparsa sui banchi pesce da nord a sud. Inoltre e come nota aggiuntiva, la maggior vicinanza geografica con i paesi maghrebini, può aver ispirato alcuni siculi a praticare il finning in Costa Leone, restando anche in buona compagnia con alcuni pescherecci cinesi dediti alla stessa attività vietata.

Vedi Link >> “Pinne di squalo illegali su peschereccio italiano in Sierra Leone, chiediamo provvedimenti severi”

La “mitica zuppa di pinne di Squalo”, piatto caro e quasi irrinunciabile nella tradizione alimentare di indonesiani, malesi, cinesi, coreani e giapponesi rappresenta di fatto una autentica “idiozia organolettica” che assume sapore solo grazie a salse, verdure e carni di altra origine, non sempre acquatica.

Poichè costosa, la zuppa di cartilagini è diventata pure uno status symbol che almeno una miliardata di orientali desidera assaporare per celebrare le occasioni importanti. In particolare ciò sembra significativo nei matrimoni dove attribuire arbitrariamente alla “brodazza” un qualche potenziale effetto afrodisiaco è di rigore.

In una città come Milano e totalmente fuori area da pratiche finning, questa “leccornia” (?!) la potete trovare da Bon Wei, Chinese Restaurant in via Castelvetro 16/18 dove anche se “proibita” è regolarmente in menù al prezzo stracciato di 15 €, posizionata fra la zuppa di wanton e quella di abalone !!

E’ possibile che magari con molta discrezione, possa essere servita anche in altri ristoranti orientali in Milano, Italia e Europa…. e quindi la caccia al tesoro è aperta: “dove trovi lo Squalo nella zuppa ?”. Magari con un pò di pazienza e volontà, si riesce a produrre una mappa ad uso CITES, Guardia Forestale, NAS, Guardia di Finanza e Capitanerie di Porto.

La situazione sulle importazioni mondiali di Pinne (come prodotti derivati dalle pesca di Squali e Razze ), è evidenziata nel diagramma sotto riportato; vengono indicati  i quantitativi mondiali dal 2007 al 2018 ed è escluso il biennio 2020 – 2021 in cui i prelievi di pesca hanno subito geograficamente  fluttuazioni significative per effetto della pandemia.

Dalle quasi 20.000 tonnellate annue del 2007  (NOTARE CHE SI PARLA DI PINNE !), si raggiunge il picco di 28.570 nel 2013. Segue una discesa brusca fino ad un valore minimo di 11.339 nel 2016 e una ripresa dei quantitativi che però si mantengono al di sotto delle 15.000 tonnellate nel 2018. Sarebbe interessante sapere cosa è successo in questi ultimi tre anni, ma l’andamento dice chiaramente come il picco massimo del 2016 è seguito da un vero tracollo dei quantitativi.

E’ quindi presumibile una riduzione degli individui disponibili  a fronte di un aumento dello sforzo di pesca che ha portato ad un incremento medio annuo di 1.531,5 tonnellate , ma con un quantitativo in più di 2.120 tonnellate dal 2016 al 2017  che si riduce a 943 t. dal 2017 al 2018. Questo sembra suggerire una tendenza al collasso del pescato e pur ammettendo un pari sforzo di pesca, se non superiore, si nota come gli incrementi si dimezzino in tre anni.

I grandi squali sono tutti ovovivipari e hanno tempi lunghi sia per raggiungere l’età riproduttiva, come per la gestazione che produce un numero limitato d’individui.

Questa loro caratteristica li rende particolarmente vulnerabili e i numeri lo dimostrano, ma se poi per una zuppa la cui componente principale è priva di qualsiasi valore nutrizionale, si gettano in mare animali interi perchè troppo ingombranti e non remunerativi di certo come le pinne.

Vedi Link >> “SFORZI INTERNAZIONALI.”

Siamo allo sterminio insensato e criminale di specie indispensabili al mantenimento della Biodiversità negli Oceani e che in qualche modo riconduce  alla “cultura” dell’uso del Corno di Rinoceronte idolatrato come afrodisiaco anche se tritato bello fine! Non voglio trascinarmi in espressioni che potrebbero farsi pesanti e con propensione alla volgarità… e allora desidero esprimere che questo momento di soddisfazione per il raggiungimento e superamento del milione di firme della petizione Stop Finning, ha visto BFGF con i suoi modesti mezzi autofinanziati, sempre presente dal 2016 in queste campagne di sensibilizzazione.

Ma questa per BFGF è anche l’occasione per congratularsi con gli amici Greg Nowell e Erika Brighitta di Shark Lab di Malta che da anni porta avanti la battaglia per la difesa di Squali e Razze nel Mediterraneo e nel Mondo.

Shark lab Malta e la conservazione degli squali”

Grazie all’intensa attività di sensibilizzazione operata da Shark Lab negli anni, ora a Malta sono di fatto approvate serie restrizioni nel consumo di carne di Squalo al punto che essendone vietata la pesca, qualcuno con astuzia levantina ha ben pensato d’importare dalla Spagna alcuni esemplari di Mako pinna corta, tentando poi di venderne la carne come Pesce spada.

Come si suol dire in gergo, l’importatore fraudolento “ è stato beccato” e oltre agli aspetti penali, ha dovuto “ scucire “ 10.000 € di sanzione.

Vedi Links:

 

Ora con l’elezione a Presidente del Parlamento Europeo di Roberta Metsola di Malta, potrebbe esserci una fortunata coincidenza, perchè la petizione Stop Finning che ha raggiunto la soglia numerica efficace, possa ricevere l’accoglienza che si merita in sede comunitaria anche se può essere messa in conto la possibile posizione contraria di Spagna e forse del Portogallo.

Si spera quindi di giungere ad una proibizione totale del commercio di pinne di Squalo che con l’attuale legislazione viene regolarmente praticato dalla Spagna sopratutto verso i mercati orientali! Se si vanno a guardare i quantitativi ufficiali di pinne di Squalo, ci sono interessanti dati emergenti e ad esempio al 2016 Hong Kong importa oltre 4 volte la China che dichiara un quantitativo di poco inferiore alla Malaysia e di poco superiore a quello di Singapore!

In pratica Hong Kong e Singapore importano 5 volte rispetto tutta la China, ma considerando l’enorme sbilanciamento del numero di abitanti a confronto, si deduce che la maggior parte di traffico mondiale di pinne di Squalo passa attraverso le due interfacce commerciali “esterne” alla Repubblica popolare cinese. Queste due interfacce hanno anche leggi molto permissive che consentono l’occultamento compiacente del commercio illegale di ogni specie…dai Pangolini, ai corni di Rinoceronte, alle zanne di Elefante africano, Tigri e via così !

Inoltre non và assolutamente dimenticato come la flotta peschereccia dei Chinos dilaghi in tutti i mari del Pianeta ; frequentemente i pescherecci cinesi vengono colti in attività di pesca illegale anche in acque territoriali altrui e dove agiscono senza mai farsi troppi scrupoli di rispetto per le specie marine e tra queste gli Squali, con annessa pratica del Finning.

Vedi Link >> ““L’armata” cinese della pesca sta svuotando i mari del Pianeta!”

Di questo tratteremo in una prossima occasione e sarà un tema difficile : le pratiche di Finning e il commercio di pinne durante la Pandemia nel biennio 2020 – 2021! Come si vede, la soddisfazione attuale per l’esito positivo della petizione, apre comunque scenari inquietanti, perchè abbiamo vinto una piccola battaglia, ma il problema della tutela dei Mari è e rimarrà apertissimo per molto, sempre che il collasso totale degli ecosistemi marini non arrivi prima.

Nell’augurare un’attenta e meditata lettura di questo contributo, desidero  porgere un saluto e ringraziamento all’amico Julius della Coperativa La Scighera di Milano, da sempre  attento e sensibile ai problemi ambientali e del rispetto dei viventi ; estendo il saluto ai Biologi marini Angelo Mojetta e Enrico Mancuso di ISM (Istituto per gli studi sul Mare), ai ragazzi di Greenpeace del gruppo locale di Milano e agli amici pro Slow Fish dentro e fuori la Condotta Slow Food di Milano.

Roberto Di Lernia  

 

 

 

 

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