Notizie Pesca Sostenibile

IL GRANDE UGO TOGNAZZI AVEVA INVENTATO IL NONSENSE DELLA “SUPERCAZZOLA”*!! OGGI FORSE POTREBBE ESSERE PIU’ ADEGUATO AI TEMPI QUELLO DELLA “ SUPERCOZZOLA “!!

BFGF ha sempre promosso il consumo delle Cozze, come una gustosa ed economica alternativa nell’ invitare ad una fruizione più sostenibile delle risorse commestibili rappresentate dagli organismi marini.

Nelle guide del sito è presente un “volantino” che fu fatto stampare nel 2016 e allora distribuito in diverse occasioni durante lo stesso anno (ad esempio “Fai la Cosa Giusta” a Milano, “Dalla Laguna al Mare” a Venezia).

Il volantino fu realizzato utilizzando in buona percentuale la cellulosa recuperata da alghe infestanti la Laguna di Venezia e il suo messaggio era tutto a favore del consumo attento delle amate Cozze!

 

Clicca sull’immagine per vedere il volantino 

Ci si è occupati poi anche in dettaglio di questi bivalvi e in particolare in un articolo: “ Ma le Cozze… che Cozze ?! …sono vittime o sante?

 

Ora però la situazione sembra essere precipitata, perchè diventa molto difficile indicare quali Cozze consumare e dove, perchè ai dubbi e perplessità sulla loro provenienza, si aggiungono i serissimi problemi del riscaldamento delle acque in cui viene svolta l’attività d’acquacoltura.

Se l’acquacoltura è praticata off shore e in “mare aperto”, pur rimanendo il problema di sovrariscaldamento delle acque, le maggiori masse d’acqua garantiscono comunque una sufficiente ossigenazione e un apporto di micronutrienti planctonici, senza particolari danni alla produzione.

Se per contro la miticoltura o la raccolta di bivalvi viene praticata alla foce di un fiume , come ad esempio nel Delta del Po , ecco che emergono situazioni drammatiche a causa delle basse profondità e che di fatto originano condizioni di “anossia” incompatibili per la maggior parte di forme di vita.

Questo purtroppo è già accaduto e accade in siti come la Laguna di Orbetello, il Delta del Po alla Sacca di Scardovari e ora, come da recentissime segnalazioni, nel Mar Piccolo nel Golfo di Taranto!

Nel Delta del Po la situazione viene aggravata dal ridotto apporto di acqua dolce dal fiume, dove all’aumento conseguente della salinità si sommano gli effetti devastanti di temperature estreme che possono sfiorare i 30° C !

La moria di molluschi ha colpito pesantemente i miticoltori di Scardovari recentemente premiati con la DOP per la qualità della loro produzione.

Analoga situazione emerge per i vongolari in Adriatico e come accennato nel Mar Piccolo del golfo di Taranto.

Finora abbiamo accennato ai problemi del riscaldamento climatico lungo le acque costiere, ma è giunto il momento di chiederci dove sta la supercozzola ?

Slow Food ha promosso una due giorni sulla Cozza che si è svolta a La Spezia – Clicca sull’immagine per vedere la locandina

Vedi Link>> “Due giornate a cura di Slow Food La Spezia alla scoperta del gusto sostenibile della mitilicoltura spezzina”

 

Nell’occasione esperti, miticoltori e politici hanno potuto dir la loro sul prezioso mollusco …considerato una reale risorsa, sia nella cucina tradizionale, ma anche un’ opportunità  stellata per gli chef di grido……

“ che come te la fanno loro la cozza non la fa nessuno“ !

 

Vedi Link>> “Antonino Cannavacciuolo condivide il suo segreto per uno spaghetto con le cozze perfetto: “Aggiungo una cosa alla fine””

A La Spezia esiste da sempre un’attività di miticoltura nelle acque idonee del Golfo di Lerici dove le caratteristiche di qualità ambientali favoriscono un prodotto ora divenuto un giustificato motivo di orgoglio ligure.

 

Orgoglio motivato anche dal fatto che da qualche anno si è ripresa la produzione di “eccellenti Ostriche “ ….competitive alla degustazione con quelle atlantiche provenienti dalla Francia.

Ottimo e istituzionale, come associazione che sia propio Slow Food a promuovere un convegno sul “punto Cozza“anche perchè i problemi della miticoltura non si limitano agli effetti dell’aumento della temperatura delle acque , ma hanno da sempre  quelli impliciti, ovvero  le condizioni delle acque, il loro inquinamento batterico , chimico e purtroppo negli ultimi anni la contaminazione da micro e nanoplastiche.

Proprio Slow Food aveva proposto i criteri sacrosanti o se si vuole il disciplinare di riferimento per la concessione del “ Presidio “ alle Cozze selvagge del Conero, apprezzatissime e conosciute dal pubblico come “Moscioli”.

La concessione del “Presidio“ non deve essere vista come una certificazione a scopo commerciale, ma come un riconoscimento per la tutela di un prodotto naturale e del lavoro di piccole comunità marinare, spesso a conduzione familiare che di fatto vengono ad assumere anche il ruolo di difensori della risorsa e del suo ambiente.

Ora sembrerebbe che la concessione del “Presidio” sia divenuta meno rigorosa e più influenzabile da esigenze socio-politiche locali, ciò induce una serie di perplessità in chi scrive  che da oltre 6 anni e per scelta pragmatica, opera come volontario in Slow Food, ma con un interesse prevalente mirato alle attività di tutela delle risorse marine e quindi quelle di Slow Fish.

E veniamo così alle supercozzole: Cozze allevate e Cozze selvagge!

 

COZZE ALLEVATE

Taranto : il Mar Piccolo si è riscaldato

 

Vedi Link >> “Il caldo stravolge il mare: a Taranto meno cozze e più meduse”

La situazione del Mar Piccolo è sempre stata fortemente dibattuta relativamente all’ inquinamento delle sue acque e la notizia di un recente sequestro per due tonnellate di “cozze nere “contaminate da diossina operato dalla finanza non lascia scampo a dubbi!

 

Vedi Link>> “https://www.ilmessaggero.it/italia/cozze_con_diossina_maxi_sequestro_taranto_due_tonnellate_cosa_sappiamo_ultime_notizie-6783417.html”

Ma è anche ben più degno di attenzione l’esistenza di un rapporto recente e dettagliato dell’ASL di Taranto nel quale la contaminazione delle cozze viene monitorata mese per mese con risultati che inequivocabilmente dimostrano, come i livelli d’inquinamento siano del tutto preoccupanti e tali da sconsigliare il consumo dei molluschi.

 

Vedi Link>“Per l’Asl a Taranto c’è meno diossina negli alimenti ma le analisi dicono altro”

Ora che la Cozza Nera di Taranto abbia ottenuto in gran “pompa e magna” il riconoscimento del Presidio di Slow Food, appare a chi scrive come una autentica supercozzola!

Ma la cosa non si ferma qui, perchè se la certificazione viene ottenuta a Taranto sotto la spinta di evidenti pressioni socio-economiche e politiche locali , anche altri cozzari per ora nel limbo , ma che già hanno avuto modo di far sentire le  “proprie ragioni” a Slow Food (attraverso eventi dedicati in loco e con la presenza recente al convegno di La Spezia ),

si stanno muovendo mediaticamente per ottenere l’ambito riconoscimento del Presidio!

Siamo alla supercozzola # 2 ovvero quella delle

COZZE SELVAGGE …DI PIATTAFORMA ENI / AGIP a Ravenna.

Sono quelle che crescono naturalmente sui piloni delle piattaforme estrattive e che periodicamente vengono rimosse per un’operazione di pulizia/manutenzione delle stesse.

Esistono dati forniti da Ispra su committenza ENI, pubblicati nel 2016 che si riferiscono a 35 di questi impianti situati nell’ Adriatico e che sono relativi proprio alla contaminazione delle Cozze selvagge .

Questi dati resi pubblici da Greenpeace, ne sconsiglierebbero il consumo per la presenza di diversi inquinanti, fra cui arsenico e metalli pesanti.

A Ravenna da tempo non la pensano così e in loco  questi molluschi sono sempre stati venduti in alcune pescherie e consumati nella ristorazione locale.

Non si butta via mai niente, specie quando alle cozze selvagge di piattaforma estrattiva si vuole conferire anche un valore d’eccellenza.

E così l’ENI-COZZA

 

ha avuto una trionfale celebrazione festaiola e degustativa in una recente tre giorni che ha visto la partecipazione anche di qualcuno di Slow Food.

 

Vedi Articolo>> “Marina di Ravenna, tre giorni all’insegna delle cozze”

Ma il “bello” deve ancora venire e così viene esaltato  da AGIP e ENI,  come le piattaforme estrattive portino protezione e benefici a tutto l’ambiente marino in Adriatico, essendo  aree dove è vietata la pesca e quindi da ritenersi omologabili  a piccole AMP, ovvero l’ estrazione di  idrocarburi  fa bene all’ambiente!

Il video che segue la dice lunga sull’operazione mediatica in atto e il conferimento del Presidio alla cozza selvaggia di piattaforma suggellerebbe una nuova visione eco degli impianti estrattivi off shore!

 

Vedi Link>>  “Ambiente, le piattaforme metanifere Eni rifugio per specie marine”

Proprio ora che a causa della guerra in Ucraina le estrazioni da piattaforma sono aumentate del 30 %, ma potrebbero anche essere incentivate e così il conferimento del Presidio, sarebbe utilissimo per tranquillizzare o “sedare” l’opinione pubblica .

Altro che greenwashing! Qui siamo molto, molto più avanti!

E chiaro che una zona d’ombra in mare aperto, si comporta come un FAD (Fish aggregation device) e che le stesse cozze selvagge che crescono sui piloni possono innestare una filiera trofica per molti organismi pelagici e non , ma se i molluschi hanno alti livelli d’inquinamento in correlazione alle attività estrattive , le Orate che fanno il festino con le ENI-Cozze, aumenteranno la concentrazione di inquinanti nelle loro carni, anche se di ciò nessuno ha ancora riportato dati specifici e locali.

Ritornando alle nostre ENI-Cozze va da sé che le contaminazioni fecali mostreranno livelli trascurabili, perchè l’unica possibilità di inquinamento, potrebbe essere collegata alle “attività a mare” del personale operativo e residente sulla piattaforma, ma il tutto verrebbe prontamente disperso in mare aperto.

Non per niente qualche cozzaro o promotore locale, ne ha anche proposto la degustazione anche come “crudite’“ !!!…buonissime !!

Non è dato di sapere al momento, se qualche prestigioso chef accoglierà la sfida …e ci proporrà” L’ Impepata di cozze selvagge alla Cingolani”, ma in questo caso non potrebbe fare più mistero, come da consuetudine sulla provenienza della materia prima usata per creare un piatto ovviamente d’eccellenza!

A parte l’umorismo nero cozza, monitoriamo in un prossimo futuro, visto il precedente di Taranto, se le Cozze selvagge di piattaforma estrattiva avranno il Presidio!

Se ciò passasse, l’ENI-Cozza certificherebbe presso l’opinione pubblica il grande rispetto ambientale della nostrana industria estrattiva, vocata alla creazione di eventuali nuove piattaforme in mare omologabili a piccole AMP a gas!

Più supercozzola di così!  Di certo il Presidio Slow catalizzerebbe una serie di relazioni economiche che come spesso capita non hanno come target principale la salute dei cittadini-consumatori.

E veniamo alle conclusioni: i molluschi marini come i bivalvi, sopportano molto bene livelli elevati d’inquinamento marino, come è dimostrato dalla loro presenza vitale a Porto Marghera, nella Laguna veneta, lungo la costa laziale, nel Golfo di Napoli e a Taranto, ma questo non significa che poi siano da considerarsi commestibili per la specie umana.

La recente comparsa a Taranto e a Venezia di giovani esemplari di Pinna Nobilis in estinzione in tutto il Mediterraneo, non significa che le acque non sono inquinate, ma solamente che il protozoo Haplosporidium pinnae che ha già sterminate il nobile mollusco in tutto il Mediterraneo, potrebbe localmente aver perso efficacia …per cause diverse e tutte da indagare!

Consiglio finale: per distrarvi guardate il video sulle Supercazzole che ha ispirato il concetto non lineare di Supercozzole e se come è giusto non volete rinunciare alle Cozze, seguite le classiche norme sulla tracciabilità e freschezza di cui più volte si è accennato e di cui troverete richiami e riferimenti, anche se qui abbiamo volutamente dato ampio spazio alle SUPERCOZZOLE!

 

 

Roberto Di Lernia

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